Sansui AU 8500

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Sansui è un marchio giapponese che ha lasciato il suo nome indelebile nel mondo dell’Hi-End. Casa fondata da Kusaku Kikuchi, un progettista, vero guru dell’Hi end, ha realizzato apparecchi ancor oggi ricercati e ritenuti intramontabili, Uno tra questi è proprio il Sansui AU-8500, insieme al 9500, facenti parte della cosiddetta serie Black Face, progettato nei primi anni 70 e commercializzato a partire dal 1974, è uno degli ultimi nati dalla matita del fondatore della Casa. Per inquadrare cosa volesse ottenere Mr. Kosaku, basta pensare che la sua filosofia era “lasciate che i nostri prodotti parlino per noi”.  Questo stava ad indicare l’inutilità di campagne pubblicitarie imponenti, quando è sufficiente realizzare prodotti dall’elevato contenuto qualitativo e costruttivo, cosa che ha avuto il suo riscontro col passare del tempo. Ne è dimostrazione il fatto che, questo amplificatore di quasi quarant’anni, riesce ancora a mandare all’angolo numerosi concorrenti di attuale produzione, molto più pubblicizzati ma molto meno ricchi di contenuti. Consideriamo inoltre che all’epoca la qualità di un apparecchio si misurava anche dalle indicazioni della bilancia, affermazione più o meno condivisibile, possiamo inequivocabilmente notare che questo apparecchio ferma la bilancia a quota 21 chili. Ora sfido chiunque a trovare un amplificatore moderno, da 70 watt a canale, che possa raggiungere questa stazza se non con inutili piastre di metallo, appositamente inserite per dare zavorra. Il sansui AU-8500 è altra cosa, un robusto telaio in lamiera stampata e zincata, spessore costante di 1,5mm sorregge al centro del mobile un imponente trasformatore. Di tipo tradizionale, è vero, non un toroidale come nelle serie successive, ma comunque realizzato in maniera eccellente, completamente schermato ed isolato dai circuiti circostanti. A tal proposito giova notare che Sansui era nata come azienda produttrice di trasformatori, collaborando con Tamura. A valle del raddrizzatore troviamo due elettrolitici Elna, sorretti da staffe ed ancorati al telaio. L’alimentazione di potenza è unica per entrambe i canali ma realizzata in maniera tale da sopperire alle richieste di corrente più gravose. L’alimentazione secondaria, stabilizzata, necessaria per la sezione Phono e per i filtri, trova spazio in un box separato, poco più in basso del trasformatore, unitamente al circuito di protezione delle uscite. Il tutto risulta schermato e chiuso da un apposito coperchio. Ai lati esterni del mobile troviamo i due moduli amplificatori, montati su due distinti dissipatori con funzione portante. Infatti su tali dissipatori sono installati oltre ai finali di potenza i circuiti stampati con le resistenza di caduta. La piastra dei driver ed amplificatore in tensione si trova poco distante, anche questa parte è separata, una per canale, installata in verticale con connettore a pettine e dotata di un coperchio metallico che la protegge da polvere e radiodisturbi. Impensabile al giorno d’oggi realizzare oggetti di questa mole. Realizzato interamente a mano, togliendo il coperchio superiore si nota un’incredibile ordine e pulizia costruttiva, specie se raffrontata con altri apparecchi del periodo in cui regnavano sovrani il disordine ed i cablaggi volanti. Il Sansui Au-8500 è realizzato con numerosi cablaggi in aria, ma gli stessi sono abilmente celati dalla piastra base del telaio, solo rimuovendo il pannello inferiore si riesce a visionare la parte cablata, comunque realizzata con una precisione e cura maniacale. Lo stadio ingressi è collocato anteriormente, con commutatore meccanico ALPS, contatti all’argento, ancor oggi in perfetta efficienza. Particolare lo schema elettrico dell’amplificatore, con doppio differenziale, non fa uso di FET ma unicamente di Transistor selezionati ad alto guadagno e basso rumore, accoppiati in continua. Stadio finale di produzione SANKEN, doppio push pull di transistor in contenitore TO-3, quelli totalmente metallici per intenderci. Un singolo FET è invece usato nella sezione preamplificazione, con controllo toni. Da notare che questo circuito non utilizza integrati operazionali, ma delle reti Resistivo Capacitive (R/C) per i toni, compensando poi con una sezione amplificatrice a FET. L’intervento dei toni non è regolato da potenziometri ma da veri selettori multiposizione che selezionano una rete R/C differente per ogni step di incremento o decremento. Una finezza che si può trovare solo su amplificazioni di fascia alta, siccome comporta la necessità di realizzare a mano ogni singola rete, una per canale, sul selettore stesso.  Eccellenti i potenziometri ALPS, per volume e bilanciamento, nonostante i numerosi anni di servizio non producono alcun rumore.

I controlli disponibili sono numerosi e molto efficienti, specie per il Phono, all’epoca largamente usato. Troviamo infatti oltre al classico loudness, il filtro High cut ed il subsonico, nonchè l’adattatore quadrifonico e la separazione pre-out/main-in, utile per utilizzare una sezione pre o finale, in modo indipendente dall’altra.

Acusticamente….

Il sansui AU-8500 non è solo un amplificatore, è un pezzo di storia dell’Hi-Fi. La sua sonorità se ascoltato ad occhi chiusi, tutto potrebbe far pensare tranne che ad uno stato solido dei primi anni 70. Sembra in tutto e per tutto il suono di un amplificatore valvolare. Proprio come vollero realizzare i tecnici Sansui dell’epoca. Suono incredibilmente caldo, pastoso, avvolgente e gratificante all’ascolto. Ogni passaggio di basso trasmette una vibrazione all’ascoltatore, la gamma media è di una pulizia e trasparenza esemplare, nonché la gamma alta ariosa e dolcemente equilibrata, mai preponderante o pungente. Chi lo ha ascoltato lo conosce, amplificatori ne ho provati, collezionati e revisionati più di uno e questo posso dire che rientra di diritto tra i migliori che ho avuto modo di conoscere. La potenza dichiarata, di 70 watt RMS a canale su 8 ohm è chiaramente un dato conservativo, misurato con entrambe i canali in funzione e su tutta la gamma audio, di fatto riesce a superare tranquillamente questo valore. Il pilotaggio in corrente è sempre generoso, grazie all’alimentazione imponente ed allo stadio finale più che generoso, l’AU8500 non va in difficoltà con nessun diffusore, nemmeno sui carichi più ostici, lasciando trasparire una muscolosità in erogazione tipica di potenze superiori.

Apparecchio di eccellente qualità qualità costruttiva ed acustica, è ancora ricercato ed apprezzato dagli audiofili che lo conoscono, nonchè dagli amanti del marchio Sansui.

Riepiloghiamo le caratteristiche ed i controlli disponibili:

  • Toni alti, medi, bassi, bilanciamento;

  • Regolazione turnover dei medi a tre livelli, 750Hz;  1,5kHz; 3kHz;

    • Selettore puntina MM e MC;

  • Filtro subsonico;

  • Filtro High cut;

  • Loudness;

  • Tasto  per bypassare controlli tono ;

  • Uscite per tre coppie di diffusori A, B e C selezionabili da pannello frontale;

  • 6 ingressi audio, (tape 1-2, Tuner, Aux, Phono 1-2, Microphone).

  • Potenza massima 70W x 2 R.M.S.@ 8 ohm che diventano 110 W x 2 su carichi di 4 ohm;

  • Distorsione alla massima potenza T.H.D. 0,01%

  • Assorbimento su 220Volt 450 watt;

  • Dimensioni in millimetri (L:H:P) 500:140:150, peso di circa 21 chili.

Esteticamente….

Il design di questo amplificatore è tipico vintage, la serie era denominata Black Face e subito se ne capisce il motivo, frontale in alluminio anodizzato nero, contornato da cornice metallica sempre in alluminio anodizzato champagne con spigoli vivi. Plastica quasi assente, le manopole sono ricavate dal pieno, tornite e fresate, bicolore, parte centrale alluminio nero con ghiera alluminio naturale lucidato, un vero capolavoro di meccanica.  Effettivamente un pò di plastica c’è, usata solamente per le levette dei selettori…:-) Esce dalla mia collezione privata, che purtroppo ogni tanto devo sfoltire per esigenze di spazio ed arrivo di altri modelli, le condizioni estetiche sono molto buone, a mio avviso merita un 9 su 10. Perfetto il pannello frontale ed il coperchio, ha solo un paio di segni sul fianco destro della cornice dorata, dovuti ad un inserimento in un rack. Gli altri tre lati sono immacolati. Purtroppo trattandosi di alluminio anodizzato il lampo del flash li risalta oltremodo, di fatto essendo laterali non sono poi così visibili. Comunque se fate caso alle foto ve ne renderete conto da soli.

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